Teoria della Moneta Viva

Sommario mostra
La Moneta Viva finanzia la Spesa Pubblica e il Reddito Universale ed è Liberazione dalle tasse

Giuseppe Leanza

La teoria è disponibile su Zenodo.

E puoi scaricare il documento in pdf anche da qui

Riassunto

La Moneta Viva è un’innovativa concezione monetaria basata su una decadenza programmata del valore, sia nel tempo sia a ogni transazione. Questo meccanismo trasforma la svalutazione in una risorsa fiscale automatica, garantendo il finanziamento della spesa pubblica e l’erogazione di un Reddito Universale senza ricorrere alle classiche imposte dirette su reddito o patrimonio, e riducendo in modo significativo la tassazione indiretta.
Con la Moneta Viva, lo Stato cessa di gravare su redditi e patrimoni e si finanzia direttamente grazie al valore che la moneta perde (usura). Questo valore, reinserito nel circuito pubblico, sostiene infrastrutture e servizi essenziali. Di conseguenza, la pressione fiscale è ‘intrinseca’ al ciclo monetario e, attraverso il Reddito Universale, assume un carattere progressivo: per i redditi più bassi si traduce in un saldo positivo, mentre per quelli più alti funge da contribuzione effettiva. Il sistema si autoregola e opera senza bisogno di dichiarazioni dei redditi per la quasi totalità della popolazione, semplificando notevolmente l’amministrazione fiscale e rispettando al contempo il dettato della Costituzione Italiana e di molti altri paesi. Rimangono possibili alcune imposte dirette su casi specifici (ad esempio seconde case), ma la gran parte della pressione fiscale tradizionale viene sostituita dal meccanismo dell’usura monetaria.
Oltre agli effetti fiscali ed economici, la Moneta Viva affronta i limiti ambientali e le distorsioni legate alla sovrapproduzione, proponendo un modello che riduce la dipendenza dalla crescita infinita e promuove un’economia più sostenibile.
Il suo meccanismo di finanziamento consente inoltre di superare l’attuale necessità di emettere debito pubblico, garantendo stabilità finanziaria senza gravare sulle generazioni future.
La Moneta Viva è una risposta strutturale alle sfide dell’era tecnologica, segnate da crescente automazione, disuguaglianza e limiti ambientali. Non si limita a sostituire la tassazione: riscrive il rapporto tra cittadini, ricchezza e Stato, favorendo un’economia più equa, sostenibile e stabile, in cui l’onere fiscale è assorbito dall’usura sulla moneta anziché da un prelievo generalizzato su redditi e patrimoni.

Introduzione

L’economia globale sta attraversando una trasformazione profonda, accelerata dall’automazione e dall’innovazione tecnologica. L’aumento della produttività non porta più a una crescita proporzionale dell’occupazione. Al contrario, aumenta la pressione sulle risorse naturali e sull’equilibrio ecologico. Intanto, debito pubblico e pressione fiscale diventano vincoli sempre più rigidi per la stabilità economica e sociale.
Di fronte a questi mutamenti, i modelli economici tradizionali appaiono sempre più inadeguati, basandosi su meccanismi di prelievo fiscale tradizionale e crescita continua per sostenere la spesa pubblica e i servizi essenziali.
La Moneta Viva si propone come un paradigma alternativo, capace di finanziare la spesa pubblica e garantire un Reddito Universale attraverso un meccanismo di decadenza programmata del valore monetario. Invece di ricorrere principalmente alla tassazione diretta e all’indebitamento, il sistema introduce un modello fiscale intrinseco: la moneta stessa incorpora una forma di contribuzione attraverso la sua svalutazione graduale, generando risorse per lo Stato in modo automatico e continuo.
Questo sistema riduce in modo significativo la tassazione diretta, pur lasciando spazio a forme selettive ove necessario. La progressività fiscale è automatica: per i redditi più bassi si traduce in un saldo positivo, mentre per quelli più elevati diventa un contributo effettivo. L’onere fiscale viene trasferito alla moneta stessa, trasformandola in uno strumento di redistribuzione della ricchezza.
In un contesto in cui l’automazione riduce progressivamente la necessità di lavoro umano, la Moneta Viva rappresenta una risposta organica all’evoluzione del sistema produttivo, garantendo sicurezza economica senza dipendere dalla crescita perpetua del mercato del lavoro. Alcune forme di tassazione diretta o patrimoniale, tuttavia, possono restare in vigore per casi specifici (ad esempio, seconde case o settori ritenuti strategici).
L’obiettivo di questo articolo è analizzare il funzionamento teorico della Moneta Viva, esplorandone i principi fondamentali e il potenziale impatto su un sistema economico che scelga di adottarla. Il documento analizza il funzionamento della Moneta Viva, dai meccanismi di redistribuzione automatica della ricchezza al finanziamento della spesa pubblica, fino alla graduale riduzione della tassazione diretta. Vengono inoltre presentati strumenti complementari, come la Moneta Longeva per gli scambi internazionali e la Moneta Nascente, che accompagna la transizione verso il nuovo sistema.
Pur essendo un elemento chiave e motore della teoria dell’Economia Viva, la Teoria della Moneta Viva mantiene una propria autonomia concettuale e operativa. Questo articolo si concentrerà quindi esclusivamente su di essa, rimandando a trattazioni separate l’approfondimento del modello economico più ampio che la ingloba. Alcuni cenni all’Economia Viva saranno comunque presenti in appendice, per offrire una visione d’insieme del contesto in cui questa innovazione monetaria può inserirsi.

↑ Torna al sommario

A. I Fondamentali della Moneta Viva

Affrontare le sfide economiche contemporanee richiede un sistema capace di redistribuire la ricchezza generata dall’automazione, dalle macchine e dall’intelligenza artificiale. L’attuale modello economico, fondato sulla tassazione diretta e sull’accumulazione di capitale, fatica a rispondere a questi cambiamenti, lasciando spazio a crescenti disuguaglianze e instabilità finanziarie.

La Moneta Viva introduce un paradigma alternativo, basato su un meccanismo di decadenza programmata del valore monetario. Questo principio permette di finanziare la spesa pubblica riducendo drasticamente la necessità di tasse dirette, in particolare i prelievi fiscali tradizionali su redditi e patrimoni, e limitandone l’uso a casi specifici. Il valore eroso dalla moneta nel tempo viene riutilizzato per sostenere il funzionamento dello Stato e garantire un Reddito Universale, assicurando al contempo una redistribuzione automatica della ricchezza.

Meccanismo di Funzionamento

La Moneta Viva esiste esclusivamente in forma digitale e prevede due forme di usura programmata:

  • Usura temporale: la moneta perde progressivamente valore su base annuale. Il tasso di usura si riduce gradualmente fino a stabilizzarsi al 3% annuo. Al raggiungimento di questo livello, diventa possibile un’alternativa descritta più avanti.
  • Usura transazionale: a ogni scambio, una frazione del valore monetario viene erosa e redistribuita, stimolando la circolazione ed evitando l’accumulo passivo di ricchezza.

Questo sistema consente di mantenere un equilibrio tra emissione monetaria e consumo di risorse pubbliche, evitando deficit di bilancio e drasticamente riducendo la necessità di tassazione tradizionale. Inoltre, il meccanismo di erosione progressiva scoraggia la speculazione finanziaria, favorendo un’economia orientata al benessere collettivo piuttosto che all’accumulazione individuale.

Restano comunque possibili forme di tassazione diretta su casi specifici, come seconde case o settori particolari, se la politica lo ritiene opportuno.

Quando l’usura temporale raggiunge il tasso stabile del 3% annuo, è possibile optare per una conversione in un altro strumento finanziario, descritto in una sezione dedicata.

Sostenibilità e Benefici

L’adozione della Moneta Viva porta con sé una serie di vantaggi:

  • Riduzione su larga scala delle imposte dirette e di gran parte di quelle indirette: la fiscalità diventa parte integrante del ciclo monetario, garantendo equità senza bisogno di dichiarazioni dei redditi. Oltre a limitare la tassazione diretta, anche molte imposte indirette (come l’IVA) vengono ridotte o sostituite, lasciando spazio a eventuali imposte mirate per regolare specifici settori o situazioni (ad esempio seconde case).
  • Stabilità economica: il sistema si autoregola, evitando eccessi di liquidità o deficit pubblici.
  • Maggior sicurezza sociale: il Reddito Universale assicura una base economica solida per tutti i cittadini, riducendo la dipendenza dal lavoro come unico mezzo di sussistenza.
  • Incentivo alla spesa produttiva: l’erosione progressiva del valore monetario stimola l’economia reale, evitando la concentrazione della ricchezza e il ristagno del capitale.

La Moneta Viva non è solo un sistema di finanziamento pubblico, ma una vera e propria rivoluzione nel concetto di moneta, capace di adattarsi alle esigenze di una società sempre più automatizzata e tecnologicamente avanzata.

B. MONETA VIVA

Origine del nome

Così come un organismo vivente deve dare conto al tempo e agli eventi per restare in vita, allo stesso modo la Moneta Viva non è immortale come potrebbe essere un minerale ma soggetta a decadimento e senza possibilità di scampo. E come i viventi, infine muore. L’evento sarebbe solo tragico se portasse all’estinzione, ma come sanno i vivi esso è un fattore che dà spazio alle nuove generazioni senza soffrire di sovrappopolazione. La Moneta Viva muore e quindi può rinascere senza che si generi inflazione.

Funzionamento

La Moneta Viva è speciale perché, a differenza delle valute correnti, il suo valore nominale non è intangibile ma decade con il tempo, e a ogni transazione. Questo meccanismo consente di riemettere il valore perduto sotto forma di nuove Monete Vive, evitando il rischio di inflazione e mantenendo costante la quantità di moneta in circolazione.

L’usura temporale si applica a cadenza annuale dalla data di emissione, con una riduzione progressiva del tasso fino alla stabilizzazione al 3% annuo, mentre l’usura transazionale si applica a ogni scambio.

Indicativamente, basandosi sui conti italiani del 2023, essa dovrebbe aggirarsi intorno a un dodicesimo del valore nominale, ma questo valore dipende da diversi fattori e in ultima istanza è una decisione politica che compete ai governanti.

L’usura transazionale si applica a ogni trasferimento tra conti diversi, garantendo la corretta applicazione della fiscalità incorporata senza necessità di identificare i soggetti coinvolti.

L’usura transazionale della Moneta Viva è applicabile in modo semplice e sicuro, senza necessità di un monitoraggio invasivo. Le tecnologie attuali permettono un’implementazione efficace senza compromettere la fluidità degli scambi.

Moneta Longeva

La Moneta Longeva è una variante complementare della Moneta Viva, creata per rispondere alla necessità di facilitare gli scambi internazionali. Pur condividendo il principio di usura, la Moneta Longeva si distingue per evitare di gravare con una pressione fiscale su soggetti esteri.

La Moneta Viva tradizionale, con il suo meccanismo di usura transazionale, non si presta agli scambi oltre confine perché li sottoporrebbe a una pressione fiscale non pertinente. Inoltre, uno straniero non avrebbe alcun vantaggio ad accettarla come forma di pagamento.

Per superare questi ostacoli, la Moneta Longeva viene introdotta per agevolare le transazioni internazionali, garantendo che il sistema economico interno resti efficiente e funzionale senza creare barriere commerciali con l’estero.

La Moneta Longeva, dedicata unicamente agli scambi con l’estero, è vietata all’interno dei confini nazionali: questa restrizione impedisce l’elusione fiscale e salvaguarda l’integrità del sistema. Chi la utilizza in ambito domestico commette evasione fiscale, con conseguenze che spaziano da sanzioni amministrative a veri e propri procedimenti penali, a seconda dell’entità delle somme coinvolte.

Quando un cittadino acquista beni o servizi all’estero, la Moneta Viva subisce l’usura transazionale e viene automaticamente convertita in Moneta Longeva. Allo stesso modo, quando la Moneta Longeva viene convertita in Moneta Viva per essere spesa all’interno dei confini nazionali, è soggetta all’usura transazionale al momento della conversione. Questo meccanismo garantisce che la Moneta Longeva non possa essere utilizzata come riserva di valore per eludere la fiscalità incorporata nella Moneta Viva.

La caratteristica principale della Moneta Longeva è il suo basso tasso di decadimento annuale, che la rende competitiva con le valute di altri paesi. Sebbene anch’essa subisca una perdita di valore, questa può risultare inferiore rispetto a monete nominalmente stabili che lo perdono a causa dell’inflazione.

Nei sistemi basati sulla Moneta Viva, il circolante rimane costante e immune da speculazioni finanziarie da parte delle banche centrali. Il tasso di usura annuale della Moneta Longeva è stimato intorno al 2%, ma può essere adeguato dalle autorità politiche per rispondere alle condizioni economiche internazionali.

Moneta Nascente

La Moneta Nascente è una moneta di transizione che conserva le caratteristiche fondamentali della Moneta Viva, ma con un tasso iniziale minimo per facilitare il passaggio graduale al nuovo sistema economico. La durata della fase di transizione dipenderà dal grado di adattamento del sistema economico e potrà essere modulata in base ai parametri stabiliti dalle autorità monetarie.

Illegittimità delle monete concorrenti nel territorio

All’interno dei confini nazionali è consentito l’uso unicamente della Moneta Viva. Tutte le altre valute devono essere obbligatoriamente convertite al momento dell’ingresso nel sistema.
L’impiego di qualsiasi altra moneta per transazioni interne risulta illegale e comporta sanzioni crescenti:

  • Confisca delle valute esterne e multe pecuniarie per importi modesti o in caso di violazioni occasionali.
  • Procedimento penale e pene più severe qualora le somme coinvolte superino una determinata soglia o in caso di reiterazione dell’illecito.

Questo dispositivo impedisce che circolino valute parallele, eludendo così il meccanismo di usura e la redistribuzione integrata nella Moneta Viva. In tal modo, nessuno può sottrarsi alla pressione fiscale intrinseca della nuova moneta.

↑ Torna al sommario

C. La Transizione da Moneta Convenzionale a Moneta Viva

La transizione verso la Moneta Viva è un passaggio cruciale per l’evoluzione del sistema economico. Questo processo richiede un’attenta pianificazione e una graduale implementazione per evitare shock economici e garantire la stabilità del circolante. Attraverso l’introduzione progressiva di strumenti come la Moneta Nascente e la Moneta Longeva, il sistema si adatta gradualmente, consentendo a cittadini e imprese di familiarizzare con le nuove dinamiche monetarie.

I passaggi successivi delineano in dettaglio le fasi principali di questa transizione, fornendo una guida chiara e strutturata.

Prima fase: Introduzione della Moneta Longeva

La Pubblica Amministrazione adotta la Moneta Longeva

la Pubblica Amministrazione effettua i pagamenti di stipendi e fornitori in Moneta Longeva, garantendone la progressiva integrazione nel sistema economico.

Conversione della Moneta Convenzionale

La conversione alla Moneta Longeva avviene gradualmente per evitare squilibri economici. Il meccanismo prevede che:

  • Nei primi mesi della transizione, chi converte il contante beneficia di un periodo più lungo prima dell’applicazione dell’usura minima.
  • Con il passare del tempo, la durata di esenzione dall’usura si riduce progressivamente per chi converte più tardi.
  • Dopo un anno dalla promulgazione della nuova moneta, tutta la moneta convenzionale ancora in circolazione viene automaticamente trasformata in Moneta Longeva e sottoposta all’usura standard.
  • Se la conversione avviene oltre il primo anno, l’usura raddoppia ogni anno fino all’estinzione del valore residuo.

La conversione dei depositi in valuta convenzionale avviene in modo graduale per evitare squilibri nel sistema finanziario. Il meccanismo prevede che:

  • Ogni deposito bancario venga suddiviso in 12 frazioni, corrispondenti a ciascun mese del primo anno di transizione.
  • Ogni mese, una frazione del deposito viene automaticamente convertita in Moneta Longeva, con la stessa scadenza differita prevista per il contante.
  • Se il titolare preleva il denaro prima della conversione prevista, questo sarà comunque soggetto alla regola della scadenza differita.
  • Dopo il primo anno, qualsiasi deposito ancora in valuta convenzionale verrà convertito integralmente in Moneta Longeva e sottoposto immediatamente all’usura.

L’obiettivo di questa conversione scaglionata è permettere un adattamento graduale al nuovo sistema, considerando che la svalutazione introdotta è minima e che in molti casi l’inflazione ordinaria è spesso più alta.

È importante notare che, prima della scadenza di un anno il valore delle monete non subisce alcuna variazione.

In questa fase, la Moneta Longeva non ha ancora assunto il carattere di illegalità all’interno dei confini nazionali. Se tutto funziona come previsto e il sistema assimila senza problemi la nuova moneta, i cittadini potranno decidere di proseguire verso la Moneta Viva, aprendo la strada alla fase successiva.

Seconda fase: Introduzione della Moneta Nascente

Conversione automatica della Moneta Longeva

La conversione da Moneta Longeva a Moneta Nascente avviene in maniera automatizzata, eliminando la necessità di incentivi o disincentivi alla conversione. Il cambiamento principale è l’introduzione dell’usura transazionale, che genera gettito fiscale a ogni scambio.

Per rendere graduale il passaggio:

  • La Moneta Nascente mantiene inizialmente la stessa usura della Moneta Longeva.
  • Tuttavia, viene introdotta l’usura transazionale.

Da questo momento, la Moneta Longeva non è più un mezzo di pagamento valido all’interno dei confini nazionali e viene automaticamente sostituita dalla Moneta Nascente, senza bisogno di azioni da parte dei titolari.

Generando Moneta Nascente un gettito fiscale significativo, si può avviare la riduzione delle tasse, intervenendo su esenzioni totali e aliquote. Questo permette di far percepire alla popolazione i benefici che compensano il sacrificio di non avere più una moneta a valore nominale eterno.

Terza fase: Il Reddito Universale di Connessione

Nella terza fase, l’usura della Moneta Nascente aumenta di pochi punti e il gettito corrispondente si riflette in un’ulteriore riduzione delle tasse e, soprattutto, nell’erogazione di un Reddito Universale di Connessione. Questo servirà a rodare tutti i meccanismi e ad assicurare che il sistema funzioni e sia efficiente.

Quarta fase: La Gestazione di Moneta Viva Arriva a Conclusione

La quarta fase vede un graduale aumento ogni anno o biennio dell’usura sulla Moneta Nascente. Il gettito fiscale corrispondente si traduce in una continua riduzione delle tasse e in un incremento del Reddito Universale di Connessione. Questo processo prosegue fino a quando il gettito fiscale generato non sarà sufficiente a coprire la gran parte della spesa pubblica e a garantire un Reddito Universale adeguato, riducendo l’esigenza di ricorrere a tassazione tradizionale ad eccezione di casi specifici.

Quando viene raggiunto questo equilibrio, si potrà sancire ufficialmente la nascita della Moneta Viva, segnando la fine del periodo di transizione e l’inizio di un nuovo sistema economico stabile e autosufficiente.
A questo punto si potrà ridurre ulteriormente la tassazione diretta, fino a sfiorarne l’abolizione completa, o stabilire l’obbligo di dichiarazione dei redditi elevatissimi o astronomici con una relativa aliquota. Rimane comunque possibile mantenere forme di prelievo su casi specifici (ad esempio seconde case o settori strategici). Le scelte politiche determineranno la destinazione del gettito fiscale generato dalla Moneta Viva, stabilendo quanto destinare alla spesa pubblica e quanto al Reddito Universale.
Questo bilanciamento sarà fondamentale per garantire sia il funzionamento dei servizi essenziali che la sostenibilità del nuovo modello economico.

Nessuna transizione irreversibile

La transizione alla Moneta Viva è flessibile e adattabile. Ogni fase può essere modulata in base agli effetti sull’economia e alla risposta dei cittadini. Se emergessero resistenze insostenibili o effetti indesiderati, il processo potrebbe essere rivisto o sospeso, evitando forzature e garantendo un’evoluzione graduale e condivisa.

↑ Torna al sommario

D. Pensioni di Anzianità Universali e abolizione degli obblighi contributivi

Introduzione

Le Pensioni di Anzianità Universali non sono necessarie al funzionamento dei sistemi basati sulla Moneta Viva, ma il loro impatto sociale ed economico è così rilevante che non è stato possibile confinarle all’interno della più generale Teoria dell’Economia Viva. Il loro inserimento nel modello della Moneta Viva rappresenta un’opportunità per riformare radicalmente il sistema previdenziale, eliminando le inefficienze e garantendo un diritto economico universale alla vecchiaia.

1. Eliminazione dell’Obbligo Contributivo

L’attuale sistema pensionistico si basa su un meccanismo contributivo che obbliga lavoratori e datori di lavoro a versare quote destinate al sostegno previdenziale. Questo modello crea complessità burocratica, costi fissi per le imprese e penalizza le nuove generazioni, che devono sostenere il peso di un numero crescente di pensionati.

Con l’introduzione della Pensione di Anzianità Universale, l’intero sistema previdenziale viene riformato eliminando la necessità di contributi obbligatori. Il diritto alla pensione non sarà più legato alla carriera lavorativa e ai versamenti effettuati, ma sarà garantito a tutti i cittadini a partire da una soglia di età stabilita.

Questo approccio semplifica radicalmente la gestione del lavoro:

• I datori di lavoro non devono più preoccuparsi della contribuzione previdenziale per i propri dipendenti.

• I lavoratori non sono più vincolati ai contributi versati e possono cambiare attività senza timori per il proprio futuro pensionistico.

• L’intera burocrazia legata alla gestione previdenziale viene eliminata, riducendo costi amministrativi e inefficienze.

2. Finanziamento Diretto tramite Moneta Viva

Il finanziamento delle pensioni universali avviene direttamente attraverso il meccanismo di Moneta Viva, senza gravare sulle nuove generazioni.

• L’automazione e l’intelligenza artificiale generano ricchezza a ritmi sempre più elevati.

• La Moneta Viva preleva valore dalla circolazione monetaria attraverso la sua decadenza programmata.

• Questo valore viene destinato alla spesa pubblica, compresa l’erogazione delle pensioni universali.

Si crea così un sistema pensionistico autosufficiente: la Moneta Viva sposta l’onere delle pensioni dal lavoro umano all’automazione, alla produzione industriale e alla ricchezza globale, grazie al processo di redistribuzione innescato dall’usura monetaria. Questo sistema non richiede un’emissione incontrollata di moneta, ma un riequilibrio della pressione fiscale, correggendo l’attuale paradosso in cui esistono soggetti che si arricchiscono tramite mere operazioni finanziarie senza produrre un solo bene o servizio utile, senza contribuire in alcun modo al sistema pensionistico.

3. Effetti Economici e Sociali

L’introduzione della Pensione di Anzianità Universale comporta una drastica riduzione del costo del lavoro, poiché elimina l’obbligo contributivo previdenziale per i datori di lavoro. Questo aumenta la competitività dei lavoratori umani rispetto alle macchine, riducendo il vantaggio economico dell’automazione selvaggia a scapito dell’occupazione. Questa trasformazione è così fondamentale da meritare una posizione speciale accanto alla Moneta Viva. Inoltre, essa non ne dipende e potrebbe essere discussa e attuata anche molto prima dell’avvento di una moneta speciale che attualmente è ancora solo pura teoria.

L’implementazione di una pensione universale ha effetti trasformativi sul mondo del lavoro e sulla società:

• Libertà lavorativa: i cittadini possono scegliere percorsi di vita più flessibili, senza l’ansia di accumulare contributi.

• Maggiore equità: tutti ricevono una pensione indipendentemente dal tipo di carriera svolta.

• Sostegno all’innovazione: l’assenza di contributi fissi riduce i costi di assunzione e facilita la nascita di nuove imprese.

4. Sostenibilità del Modello

Uno dei problemi principali dei sistemi pensionistici attuali è la loro insostenibilità demografica. La Pensione di Anzianità Universale risolve questa criticità eliminando la dipendenza dal rapporto tra lavoratori e pensionati.

• Non serve più preoccuparsi di un numero crescente di anziani rispetto ai giovani.

• La Moneta Viva garantisce il finanziamento costante della spesa previdenziale.

• Il sistema rimane in equilibrio senza la necessità di aumentare la pressione fiscale o il debito pubblico.

5. Pensioni Integrative e Fondi Pensione Facoltativi

Oltre alla Pensione di Anzianità Universale, è possibile prevedere un sistema di pensioni integrative per chi desidera una rendita pensionistica maggiore e dispone delle risorse per contribuire a un fondo facoltativo.

  • I cittadini possono aderire liberamente a fondi pensione volontari, finanziati in modo separato dalla pensione universale. Tali fondi usufruiscono di un tasso di usura agevolato (fino al doppio della pensione standard), così da favorire un’effettiva accumulazione nel tempo. Non vi è nessun obbligo contributivo, mantenendo così massima volontarietà.

• Il sistema garantisce libertà di scelta, consentendo a chi desidera una pensione più alta di ottenerla senza impattare il modello universale.

Trattamento delle Pensioni Elevate

La transizione dal vecchio sistema pensionistico a quello universale non lede i diritti acquisiti, salvo nei casi di vitalizi fuori scala derivanti da perversioni del sistema precedente. Tuttavia, chi percepisce una pensione superiore al doppio della pensione standard potrà, su base volontaria, scegliere di avere la differenza compensata da privilegi speciali non concessi ai cittadini comuni. Tra questi:

  • Visite gratuite nei musei statali a pagamento.
  • Sconti sulle tasse delle seconde case.
  • Sconti sui bolli di circolazione.
  • Diritto di precedenza sui voli di linea.
  • Accesso anticipato ai periodi di sconti stagionali.
  • Biglietti gratuiti per i treni.
  • Salto della coda negli uffici pubblici.
  • Salto della coda nei supermercati.
  • Sconti per spettacoli ed eventi sportivi.

Tutti i pensionati che aderiranno allo scambio riceveranno il titolo onorifico di Gran Cavaliere (o altro titolo altisonante).
A questi possono aggiungersi ulteriori privilegi non onerosi per la Moneta Viva.
Ogni cittadino non può detenerne più di mezza dozzina contemporaneamente.
I privilegi sono liberamente trasferibili e possono essere ceduti o venduti, permettendo così a chi li riceve di goderne per un periodo massimo di dieci anni.
L’individuazione di ulteriori privilegi e incentivi per favorire l’adesione è affidata all’iniziativa dei governanti e alla creatività dei cittadini.

Tale scambio non è obbligatorio, ma è compito dell’immaginazione politica e dei cittadini avanzare proposte che non si possano rifiutare. Inoltre, quando i privilegi inventati cominceranno a estinguersi per la transizione avvenuta, nulla esclude che se ne possano valutare eventuali effetti benefici sui conti e che si perpetuino allo scopo di alleggerire la pressione fiscale esercitata dalla Moneta Viva, riducendone l’usura per quanto è possibile.

Da un altro punto di vista, si può dire che la Moneta Viva esercita una pressione fiscale razionale, ma nulla esclude che si trovino metodi alternativi per limitarne la potenza pressoria senza intaccare il gettito a favore della spesa pubblica.

Conclusione

L’introduzione della Pensione di Anzianità Universale comporta una drastica riduzione del costo del lavoro, eliminando l’obbligo contributivo previdenziale per i datori di lavoro. Questo aumento di competitività per le imprese favorisce l’occupazione e riequilibra il rapporto tra lavoro umano e automazione, rendendo meno conveniente la sostituzione della manodopera con le macchine.

L’adozione di una Pensione di Anzianità Universale elimina la necessità di contributi previdenziali, semplifica la gestione del lavoro e garantisce una vecchiaia dignitosa per tutti i cittadini. Grazie alla Moneta Viva, il finanziamento avviene in modo automatico, svincolando il sistema previdenziale dal peso fiscale sulle nuove generazioni.

Questa riforma segna il superamento definitivo del modello contributivo tradizionale, trasformando la pensione in un diritto collettivo garantito e non in un traguardo subordinato alla carriera lavorativa. Con essa si chiude definitivamente un’epoca in cui l’accesso a una vecchiaia dignitosa era legato alla stabilità lavorativa e ai contributi versati, aprendo invece la strada a un nuovo sistema dove il benessere sociale non è più un costo per i lavoratori, ma un diritto naturale della collettività. La transizione verso un sistema sostenuto dall’automazione garantisce equità e stabilità economica, assicurando un equilibrio duraturo tra generazioni.

L’integrazione con le pensioni facoltative permette inoltre di rispondere a esigenze individuali di risparmio, senza alterare il principio di universalità.

↑ Torna al sommario

E. Titoli Vivi: Strumento di Stabilità, Risparmio e Pensioni Integrative

I Titoli Vivi sono strumenti nominativi per garantire un risparmio razionato, evitando concentrazioni di ricchezza e speculazioni. Questa caratteristica li rende essenziali per la stabilità economica e per la formazione di pensioni integrative accessibili a tutti i cittadini. Per le società, l’accesso ai Titoli Vivi è proporzionale al numero di occupati, senza distinzione tra tempo pieno e tempo parziale. Questo criterio incentiva la distribuzione del lavoro tra più persone invece che la concentrazione su pochi dipendenti a tempo pieno.
Inoltre la moneta viva, quando raggiunge l’usura minima, può essere convertita in titoli vivi se se ne accetta la nominatività.

1. Conversione dai titoli tradizionali

La conversione dei titoli di Stato tradizionali in Titoli Vivi avviene gradualmente, seguendo la transizione verso la Moneta Viva:

  • Conversione progressiva: i titoli con scadenza a 15 anni vengono convertiti per primi e, anno dopo anno, si prosegue con quelli a scadenza superiore. I titoli con scadenza inferiore a 10 anni, invece, non vengono convertiti ma rimborsati alla scadenza con la moneta corrente in uso al momento.
  • Allineamento con la Moneta Viva: durante la fase transitoria:
    • I titoli vengono rimborsati in Moneta Longeva fino a quando questa rimane in circolazione.
    • Con l’introduzione della Moneta Nascente, i titoli vengono saldati in tale valuta.
    • Una volta a regime, tutti i titoli saranno convertiti in Titoli Vivi e rimborsati in moneta viva.
    • Effetto stabilizzante: la conversione graduale riduce il rischio di squilibri finanziari e favorisce la stabilità dei mercati.

2. Funzionamento dei Titoli Vivi

In regime di Moneta Viva, i Titoli Vivi non sono soltanto uno strumento di risparmio, ma svolgono anche una funzione di stabilizzazione, poiché consentono di gestire il carico fiscale integrato nell’economia:

  • Emissione controllata: l’emissione di nuovi Titoli Vivi viene regolata in modo da bilanciare la pressione fiscale implicita della Moneta Viva, evitando variazioni eccessive del tasso di usura.
  • Usura annuale ridotta: i Titoli Vivi subiscono una decadenza programmata del valore su base annua, ma a un tasso inferiore rispetto a quello che può raggiungere la moneta viva del 3% annuo. Questo rende i Titoli Vivi particolarmente adatti al risparmio di lungo termine, poiché si “consumano” più lentamente.
  • Scudo per l’inflazione: I Titoli Vivi possono includere uno scudo per l’inflazione, riducendo l’usura fino al suo azzeramento quando l’inflazione supera una determinata soglia.
  • Usura transazionale ancorata alla Moneta Viva: a ogni passaggio di proprietà (scambio o vendita), i Titoli Vivi sono soggetti allo stesso tasso di usura transazionale applicato alla Moneta Viva. In pratica, quando vengono scambiati, “pagano” la stessa quota di contribuzione prevista per la moneta di uso quotidiano.
  • Nominatività: ogni Titolo Vivo è associato a un titolare identificato, garantendo la corretta applicazione dell’usura transazionale e contrastando l’accumulo speculativo.
    A questo scopo è costituita un’Anagrafe di Titoli Vivi.
  • Distribuzione equa e razionata:
    • Viene data priorità ai cittadini, ai fondi pensione e alle società con un maggior numero di occupati, per evitare la concentrazione di ricchezza in poche mani e favorire l’occupazione.
    • Gli acquirenti stranieri devono registrarsi nell’Anagrafe dei Finanziatori dello Stato per accedere ai Titoli Vivi.
    • Ogni cittadino ha diritto di prelazione nell’acquisto dei Titoli Vivi, entro un limite massimo che consenta di costituire una pensione integrativa fino al doppio della pensione universale. In questo modo, i Titoli Vivi diventano lo strumento ideale per formare una previdenza complementare, mantenendo al contempo l’equilibrio monetario complessivo.
  • Generazione semi-automatica
    • Al raggiungimento del tasso di usura annuale minima, i possessori di moneta viva possono scegliere se accontentarsi del tasso raggiunto o convertirla in titoli vivi a un tasso più conveniente, in questo caso ne accettano la loro nominatività e vengono iscritti al all’Anagrafe dedicata.

3. Benefici Economici e Sociali

L’introduzione dei Titoli Vivi offre molteplici vantaggi:

  • Mantenimento della stabilità fiscale: rende possibile gestire la pressione fiscale insita nella Moneta Viva senza bruschi incrementi dell’usura monetaria.
  • Sicurezza del risparmio: rappresenta un’opportunità di accumulare valore nel lungo termine, grazie all’usura annuale ridotta.
  • Ideali per pensioni integrative: grazie alla ridotta usura annuale e al diritto di prelazione, i Titoli Vivi aiutano i cittadini a costruire una pensione integrativa, senza ridurre i benefici collettivi della Moneta Viva.
  • Transizione monetaria controllata: favorisce il passaggio graduale dai vecchi titoli di Stato al nuovo paradigma, limitando i rischi di instabilità.
  • Prevenzione della speculazione: la nominatività e il razionamento contrastano la concentrazione di ricchezza eccessiva nelle mani di pochi.
  • Impatto positivo sull’occupazione: favoriscono una distribuzione più ampia delle risorse, incentivando le imprese a mantenere o incrementare i posti di lavoro.

Conclusione

I Titoli Vivi si configurano come un tassello fondamentale nell’architettura di uno Stato basato sulla Moneta Viva. Grazie all’usura annuale ridotta, offrono ai cittadini una forma di risparmio meno soggetta al deperimento di valore rispetto alla moneta ordinaria, pur mantenendo l’usura transazionale uniforme alla Moneta Viva corrente.

In particolare, consentono la formazione di pensioni integrative fino al doppio della pensione universale, con diritto di prelazione: ciò li rende uno strumento chiave per coniugare sicurezza individuale e stabilità sistemica. Al contempo, l’impossibilità di accumulare grandi patrimoni senza subire la relativa erosione monetaria garantisce il rispetto dei principi di equità e sostenibilità alla base della Moneta Viva.

Inoltre favoriscono l’occupazione grazie alla loro assegnazione proporzionale al numero di occupati nelle imprese. Questo meccanismo incentiva una distribuzione più ampia del lavoro e premia le aziende che contribuiscono maggiormente all’economia reale, rafforzando la sostenibilità del sistema economico.

Con i Titoli Vivi si può pensare a una graduale ma decisa riduzione del colossale debito pubblico fino a poter programmare il suo abbattimento nel lungo periodo.

↑ Torna al sommario

F. Considerazioni sull’Usura della Moneta Viva

Introduzione

L’usura della Moneta Viva è il meccanismo centrale per il finanziamento della spesa pubblica e la redistribuzione del reddito. Attraverso un prelievo progressivo e automatico sul valore della moneta in circolazione, il sistema sostituisce la necessità di imposte dirette (come IRPEF e IRES) e parzialmente di quelle indirette, ad esempio l’IVA. Tuttavia, il livello di usura necessario e sufficiente a garantire la sostenibilità economica dipende da molteplici variabili, che è essenziale valutare con attenzione.

1. Fattori Determinanti del Tasso di Usura

Il tasso di usura della Moneta Viva deve essere definito considerando diversi aspetti chiave:

  • Massa Monetaria in Circolazione
    È possibile riferirsi ad aggregati come M1 (moneta liquida) o M2 (includendo i depositi a breve termine). Più la massa monetaria è ampia, più il tasso di usura può essere ridotto senza compromettere il gettito necessario, poiché l’imposizione si distribuisce su una quantità maggiore di moneta in circolazione.
  • Velocità di Circolazione della Moneta
    Quanto più spesso una stessa unità di moneta cambia di mano nell’arco di un anno, tanto più elevato è il gettito derivante dall’usura transazionale. Una maggior velocità di circolazione distribuisce il carico fiscale su un numero maggiore di transazioni.
  • Fabbisogno di Finanziamento Pubblico
    Il tasso di usura deve garantire risorse sufficienti a finanziare la spesa pubblica, incluse le politiche redistributive come il Reddito Universale e le Pensioni di Anzianità Universali. Un aumento del fabbisogno potrebbe richiedere un corrispondente adeguamento del tasso di usura.

2. Considerazioni sulla Sostenibilità

Determinare un tasso di usura “ottimale” richiede un’analisi dinamica, che includa:

  • Equilibrio tra Usura e Inflazione
    Un tasso di usura troppo alto rischia di produrre effetti assimilabili a un’iperinflazione (o di rallentare eccessivamente l’economia), mentre un tasso troppo basso non coprirebbe il fabbisogno pubblico.
  • Interazione con i Titoli Vivi
    L’emissione di Titoli Vivi offre un’alternativa di finanziamento basata sul risparmio controllato, contribuendo a ridurre la quota di gettito da ricavare esclusivamente tramite l’usura.
  • Adattabilità del Sistema
    Il tasso di usura non dovrebbe essere fisso, ma rivisto periodicamente in base alla crescita economica, alle esigenze di spesa e alla risposta dei cittadini. L’elasticità del meccanismo consente di correggere squilibri senza creare shock improvvisi.

3. Accenno ai Calcoli e Invito alla Ricerca

Stime preliminari indicano che un tasso di usura annuo iniziale e transazionale pari all’8%, abbinato a un’emissione limitata di Titoli Vivi per il risparmio, potrebbe assicurare il pareggio di bilancio. Tuttavia, la complessità e l’assenza di dati empirici rendono questi calcoli puramente indicativi.
Si invitano pertanto studiosi e appassionati ad approfondire, tramite simulazioni o analisi teoriche, le condizioni in cui la Moneta Viva possa reggere in modo sostenibile.

Conclusione

L’usura della Moneta Viva sostituisce gran parte della tassazione tradizionale, diventando il fulcro del finanziamento pubblico e del meccanismo di redistribuzione. Il suo corretto livello dipende da una pluralità di fattori economici e comportamentali, che vanno monitorati e ricalibrati nel tempo.
Grazie anche ai Titoli Vivi, che offrono uno strumento di risparmio complementare, l’introduzione dell’usura monetaria può avvenire gradualmente, garantendo al sistema la flessibilità necessaria per affrontare le inevitabili oscillazioni economiche e sociali.

L’usura applicata alla Moneta Viva rappresenta un elemento chiave per garantire la sua funzione primaria di strumento di scambio. La riduzione progressiva del tasso di usura mitiga l’effetto di penalizzazione dell’accumulo, rendendolo meno svantaggioso nel lungo periodo.

L’usura temporale è applicata su base annuale, con un tasso iniziale che diminuisce progressivamente fino alla stabilizzazione al 3% annuo. Questo meccanismo riduce il peso dell’usura sugli accumuli prolungati, consentendo agli utenti di pianificare una gestione più flessibile del valore monetario nel tempo. L’usura transazionale, invece, continua ad applicarsi a ogni scambio, mantenendo attiva la redistribuzione del valore all’interno del sistema economico.

La combinazione di questi due elementi consente di bilanciare l’uso della Moneta Viva tra spesa e accumulo. Questo approccio assicura che il valore monetario non si concentri in maniera statica, ma sia continuamente reinserito nel circuito economico, sostenendo la vitalità del sistema.

G. Regole e meccanismi della Moneta Viva

Ogni cittadino riceve un portafoglio elettronico per accreditare il Reddito Universale e gestire la Moneta Viva. Tutti i conti devono operare esclusivamente in Moneta Viva.

1. Struttura del Portafoglio Elettronico e Accesso

  • Ogni cittadino dispone di un portafoglio elettronico, conferito dallo Stato, in cui viene accreditato il Reddito Universale.
  • Il portafoglio può operare senza l’intermediazione di istituti finanziari.
  • Il cittadino può aprire più conti, ma tutti devono operare esclusivamente con Moneta Viva.

2. Registro delle Transazioni e Applicazione dell’Usura

  • L’usura temporale viene applicata su base annuale, con una riduzione progressiva del tasso fino alla stabilizzazione al 3% annuo.
  • L’usura transazionale si attiva automaticamente a ogni trasferimento tra conti diversi.
  • A ogni transazione viene utilizzata la Moneta Viva più conveniente per l’utente, ottimizzando la scelta in base alla sua situazione finanziaria e alle condizioni di usura.
  • Quando un valore viene trasferito, la sua data di emissione si aggiorna, azzerando l’usura temporale e avviando un nuovo ciclo di riduzione progressiva.
  • I trasferimenti tra conti di proprietà dello stesso cittadino non comportano usura né conseguente aggiornamento della scadenza, purché la titolarità sia dimostrata.

3. Redistribuzione e Recupero del Valore dell’Usura

  • L’usura della moneta rappresenta il gettito fiscale che finanzia direttamente la spesa pubblica, riducendo drasticamente la necessità di prelievi aggiuntivi o di forme classiche di tassazione diretta.
  • Il prelievo dell’usura avviene in modo automatico e distribuito, garantendo un flusso costante di risorse per il finanziamento dei servizi pubblici e delle funzioni essenziali dello Stato.
  • Quando la Moneta Longeva viene riconvertita in Moneta Viva, l’usura transazionale viene applicata all’atto della conversione, mantenendo la coerenza del sistema e impedendo l’utilizzo della Moneta Longeva come strumento di accumulo a lungo termine all’interno dell’economia nazionale.

4. Esenzioni dall’Usura Transazionale

  • L’usura transazionale non si applica fino a un importo limitato per i trasferimenti tra gruppi solidali legati da vincoli di amicizia o parentela.
  • Per i gruppi di parentela non vi sono limiti, salvo il vincolo familiare stesso.
  • Per i gruppi di amicizia, il limite esente viene stabilito politicamente. Ogni famiglia o gruppo solidale può avere un numero massimo di gruppi amici, determinato con decisione politica e modificabile in base alle esigenze economiche.
  • I trasferimenti tra conti aziendali della stessa società non subiscono usura, poiché fanno parte dello stesso soggetto economico.
  • I trasferimenti verso enti di beneficenza accreditati sono esenti da usura, per incentivare il supporto al settore sociale.
  • Il sistema sarà monitorato e potrà essere corretto nel caso emergano abusi o distorsioni economiche, garantendo il rispetto degli obiettivi della Moneta Viva.

5. Considerazioni sull’Uso di Banconote

  • L’uso di banconote fisiche per la Moneta Viva è teoricamente possibile, ma impraticabile a causa delle difficoltà di applicazione dell’usura transazionale e della mancanza di tracciabilità delle transazioni.
  • La Moneta Viva è quindi progettata per funzionare esclusivamente in formato digitale.
  • Tuttavia, la possibilità di un sistema cartaceo sarà trattata come caso di studio in appendice, per esplorarne la fattibilità teorica e il suo funzionamento in un contesto pre-digitale.

L’infrastruttura tecnologica per l’adozione della Moneta Viva è già disponibile e può essere implementata senza necessità di innovazioni straordinarie.

↑ Torna al sommario

H: Implementazione Tecnica della Moneta Viva

L’implementazione tecnica della Moneta Viva può essere realizzata in diversi modi, utilizzando infrastrutture digitali decentralizzate. Tuttavia, per chiarezza, in questa sezione verrà trattata un’implementazione esemplificativa che illustra il funzionamento del sistema.

1. Registro Distribuito e Meccanismo di Consenso

  • La Moneta Viva può essere implementata su una blockchain permissioned per garantire trasparenza e sicurezza senza la necessità di mining energivori.
  • Alternativamente, un DAG (Directed Acyclic Graph) può essere utilizzato per migliorare la scalabilità e ridurre i costi computazionali.
  • Il consenso può essere raggiunto attraverso Proof of Authority (PoA) o un sistema di validazione distribuito tra nodi affidabili.

2. Struttura dei Portafogli Elettronici

  • Ogni cittadino possiede un portafoglio elettronico non custodial, con chiavi private memorizzate localmente.
  • L’accesso al portafoglio può avvenire tramite app mobile, hardware wallet o interfacce web crittografate.
  • Il portafoglio deve gestire automaticamente l’ordine di utilizzo della Moneta Viva, selezionando le unità in modo strategico per minimizzare la perdita complessiva per l’utente.
  • L’algoritmo di selezione considera non solo la prossimità alla scadenza, ma anche il livello di stagionatura delle unità monetarie. In particolare, può trovarsi a valutare se sia più efficiente cedere una moneta già stagionata ma prossima alla scadenza, oppure una moneta più recente, con scadenza posticipata ma ancora soggetta a usura annuale elevata. La decisione viene presa in base alla minimizzazione complessiva del valore atteso in perdita, tenendo conto dell’effetto cumulato di usura annuale e transazionale.
  • Questo meccanismo ottimizza la gestione del saldo nel tempo, garantendo che l’uso della moneta sia il più efficiente possibile per l’utente.

3. Applicazione dell’Usura e Automazione del Sistema

  • Ogni unità monetaria ha un timestamp di emissione registrato sulla blockchain o nel DAG.
  • Il sistema calcola automaticamente l’usura temporale e l’usura transazionale, applicandola senza intervento manuale.
  • Gli smart contract possono essere utilizzati per eseguire controlli automatici sulle esenzioni e sulle soglie massime di conversione.

4. Ridondanza e Sicurezza della Rete

  • Il sistema può essere suddiviso in nodi regionali, garantendo resilienza contro guasti e attacchi informatici.
  • Un protocollo di failover può deviare le transazioni su nodi secondari in caso di malfunzionamenti.
  • La crittografia post-quantum potrebbe essere considerata per future evoluzioni del sistema.

5. Integrazione con il Sistema Economico

  • La Moneta Viva può essere utilizzata attraverso API pubbliche, permettendo integrazione con servizi di pagamento digitali e contabilità automatizzata.
  • I sistemi di pagamento possono operare con transazioni offline basate su NFC o QR code, sincronizzandosi successivamente con la rete distribuita.

Conclusione

Questa implementazione esemplificativa dimostra che la Moneta Viva può essere realizzata con tecnologie già disponibili, mantenendo sicurezza, efficienza e rispetto delle regole economiche stabilite.

I. Dinamiche di Conversione e Circolazione della Moneta

1. Scambi tra Moneta Viva e Moneta Longeva

Le attività economiche all’interno dei confini avvengono esclusivamente con Moneta Viva, che è soggetta a un’usura transazionale fissata e significativa. La Moneta Longeva, invece, è destinata agli scambi con l’estero e non può essere utilizzata internamente.

Conversione da Moneta Viva a Moneta Longeva

  • La conversione è possibile, ma comporta un costo transazionale significativo che è quello stabilito politicamente per raggiungere l’equilibrio dei conti.
  • Questo tasso di usura transazionale elevato rende la Moneta Longeva inadatta come riserva di valore.

Conversione da Moneta Longeva a Moneta Viva

  • Se un cittadino riceve Moneta Longeva in pagamento dall’estero, può scegliere se convertirla in Moneta Viva, pagando l’usura transazionale, oppure utilizzarla direttamente per ulteriori transazioni estere.
  • La Moneta Longeva può circolare liberamente all’estero, ma per essere utilizzata all’interno dei confini deve essere convertita in Moneta Viva, subendo l’usura transazionale.
  • La Moneta Longeva trattenuta da un cittadino non equivale al possesso di Moneta Viva stagionata (ossia Moneta Viva che ha raggiunto il livello minimo di usura annuale) o di Titoli Vivi, in quanto non può essere utilizzata direttamente all’interno del sistema economico. Per essere spesa internamente deve essere necessariamente convertita in Moneta Viva, con relativa decurtazione del valore dovuta all’usura transazionale.

2. Scambi tra Moneta Viva e Titoli Vivi

I Titoli Vivi rappresentano una forma di accumulo regolato e nominativo, con un’usura annuale ridotta rispetto alla Moneta Viva. Essi sono razionati e destinati principalmente alla formazione di pensioni integrative o come riserva di valore regolata.

Conversione da Moneta Viva a Titoli Vivi

  • La conversione è possibile entro i limiti del razionamento, il quale consente un accumulo graduale per garantire equità nel sistema.
  • Quando la Moneta Viva raggiunge il livello minimo di usura annuale, può essere convertita in Titoli Vivi senza i limiti del razionamento, poiché ha già scontato tutta l’usura prevista.

Funzione dei Titoli Vivi

  • Favoriscono le pensioni integrative, permettendo l’accumulo fino a un massimo del doppio della pensione universale.
  • Incentivano l’occupazione, anche in forma parziale, garantendo un sistema sostenibile nel tempo.
  • Essendo nominativi e razionati, impediscono accumuli speculativi e garantiscono equità nella distribuzione del valore nel tempo.

3. Regole di Circolazione e Controllo

  • La Moneta Viva è l’unico strumento di pagamento interno.
  • La Moneta Longeva è utilizzabile solo per gli scambi con l’estero e può essere trattenuta, ma non può essere spesa all’interno dei confini senza conversione.
  • I Titoli Vivi consentono un accumulo regolato e controllato, evitando la concentrazione di ricchezza in poche mani.

Queste regole stabiliscono il quadro economico in cui la Moneta Viva, la Moneta Longeva e i Titoli Vivi operano, garantendo una circolazione equilibrata e impedendo usi impropri delle diverse forme monetarie.

↑ Torna al sommario

J. Benefici della Moneta Viva per i Cittadini

L’introduzione della Moneta Viva porterebbe numerosi vantaggi tangibili per la vita quotidiana, offrendo maggior sicurezza economica, semplificando la gestione dei redditi e favorendo una redistribuzione più equa delle risorse.

1. Sicurezza economica garantita

  • Reddito Universale: Ogni cittadino riceverebbe un reddito di base, non soggetto alle forme tradizionali di tassazione diretta (come l’IRPEF), assicurando una base finanziaria stabile, indipendentemente dall’occupazione.
  • Libertà fiscale: Non esistono più imposte sul reddito né (di norma) sui consumi, riducendo drasticamente il peso fiscale individuale e lasciando spazio solo a tassazioni selettive (ad esempio, seconde case o combustibili fossili). Questo garantisce una maggiore libertà di spesa e di risparmio, senza la necessità di dichiarare i propri redditi.

2. Semplificazione della vita amministrativa

  • Fine della burocrazia fiscale: Dichiarazioni dei redditi, aliquote, detrazioni e tutte le pratiche legate alla tassazione diretta diventano superflue.
  • Meno stress e più chiarezza: I cittadini risparmiano tempo e denaro, oltre a evitare il timore di eventuali errori o sanzioni fiscali.

3. Maggiore equità e redistribuzione automatica

  • Usura e redistribuzione: Il meccanismo di usura (temporale e transazionale) assicura che la ricchezza eccessiva non si accumuli, ma venga redistribuita in modo continuo e automatico.
  • Riduzione delle disuguaglianze: Tutti possono accedere a una quota minima di risorse, limitando la forbice tra i diversi livelli di reddito.

4. Libertà dal lavoro forzato e migliore qualità della vita

  • Lavorare per scelta: Grazie al reddito garantito, nessuno è costretto ad accettare impieghi poco dignitosi o sottopagati.
  • Spazio a passioni e creatività: Con il sostegno economico di base, i cittadini possono dedicarsi alla formazione, alla ricerca, alle arti o a qualsiasi altra attività gratificante, riducendo il tempo da impegnare in attività lavorative che producono reddito.

5. Sostegno alle famiglie e alla natalità

  • Condivisione dei costi di crescita: Il peso dell’allevamento e dell’educazione dei figli si distribuisce sull’intero sistema, riducendo la pressione sulle famiglie.
  • Miglior qualità della vita: I genitori possono contare su una maggiore stabilità economica, incoraggiando la natalità e offrendo opportunità più ampie alle generazioni future.

6. Incentivo ai consumi e alla circolazione della moneta

  • Moneta “a scadenza”: La Moneta Viva perde valore nel tempo, incentivandone l’utilizzo anziché il puro accumulo.
  • Economia più dinamica: I consumi restano sostenuti e si riduce il rischio di recessioni dovute a contrazioni improvvise della domanda.

7. Sicurezza per anziani e pensionati

  • Pensioni di Anzianità Universali: Sono garantite senza contributi diretti, mettendo al riparo chi ha avuto carriere lavorative discontinue.
  • Protezione totale: Nessun cittadino verrebbe lasciato senza mezzi di sussistenza nella terza età.

8. Stabilità economica e protezione dai rischi finanziari.

  • Prevedibilità: L’assenza di debito pubblico e di crisi fiscali rende il sistema più stabile e meno soggetto a turbolenze cicliche.
  • Riduzione della speculazione: L’usura e la redistribuzione continue scoraggiano l’accumulo di risorse a fini speculativi, aumentando la sicurezza complessiva dell’economia.

Conclusione

La Moneta Viva promette ai cittadini una vita più sicura e flessibile, liberandoli dalle gravose complicazioni fiscali e riducendo le incertezze economiche. Garantendo un reddito minimo universale e distribuendo in modo più equo i costi collegati alla crescita e all’innovazione, questo sistema propone una società stabile, prospera e inclusiva, che valorizza creatività, coesione sociale e benessere collettivo.

↑ Torna al sommario

K. Benefici della Moneta Viva per le Imprese

L’adozione della Moneta Viva offrirebbe vantaggi significativi anche al mondo delle imprese, promuovendo un ambiente economico più stabile, competitivo e privo di oneri fiscali diretti.

1. Azzeramento della tassazione sulle imprese

  • Fine delle imposte societarie sul reddito
    Le aziende non sarebbero più soggette a imposte sul reddito d’impresa (come IRES o IRAP), poiché la spesa pubblica verrebbe coperta dal meccanismo di usura monetaria. Resterebbero possibili, seppure in casi limitati, eventuali prelievi selettivi (ad esempio su attività altamente inquinanti).
  • Aumento degli investimenti
    L’eliminazione delle imposte sulle imprese favorirebbe la crescita economica e attrarrebbe capitali esteri, stimolando nuove iniziative imprenditoriali.

2. Domanda costante e aumento dei consumi

  • Moneta che perde valore
    La Moneta Viva è soggetta a usura, incentivando i cittadini a spenderla anziché accumularla.
  • Evitare le crisi di domanda
    La propensione alla spesa garantisce un livello di consumi stabile, riducendo le tipiche recessioni legate alla contrazione della domanda.

3. Riduzione del costo del lavoro

  • Reddito Universale e abolizione dei contributi
    Le imprese non sarebbero più le uniche responsabili del sostentamento dei lavoratori, poiché un Reddito Universale coprirebbe i bisogni di base, e verrebbe meno l’obbligo contributivo.
  • Maggiore flessibilità
    I costi fissi legati al lavoro diminuirebbero, favorendo l’assunzione di nuovo personale e permettendo una gestione più agile dei salari, senza pregiudicare il benessere dei dipendenti.

4. Semplificazione amministrativa e burocratica

  • Drastica riduzione della tassazione diretta
    Senza imposte societarie su reddito e profitti da calcolare o dichiarare, le imprese evitano la maggior parte della burocrazia fiscale. Eventuali prelievi selettivi non incidono sulla gestione ordinaria e non richiedono dichiarazioni dei redditi d’impresa.
  • Maggior efficienza operativa
    Riducendo la complessità amministrativa, le aziende potrebbero concentrare risorse e attenzione sulle attività produttive e innovative.

5. Stabilità macroeconomica e riduzione del rischio finanziario

  • Equilibrio tra emissione e consumo di moneta
    La Moneta Viva, con il suo meccanismo di usura, scoraggia la formazione di bolle speculative e riduce la volatilità dei mercati finanziari.
  • Pianificazione a lungo termine
    Un contesto più prevedibile consente alle imprese di elaborare strategie di crescita con maggiore fiducia e orizzonti temporali più ampi.

6. Competitività internazionale

  • Vantaggio strutturale
    L’abolizione degli oneri fiscali diretti sulle imprese renderebbe il Paese più competitivo sul piano globale.
  • Richiamo di talenti e investimenti
    Le condizioni favorevoli favorirebbero l’ingresso di capitali, la nascita di startup innovative e l’attrazione di professionisti dall’estero.

Conclusione

La Moneta Viva ridefinisce il rapporto tra Stato e imprese, eliminando le imposte sul reddito d’impresa e creando un mercato più vivace e dinamico. Con una domanda sostenuta, minori costi del lavoro e una burocrazia più leggera, le imprese si troverebbero a operare in un contesto fortemente orientato alla crescita, all’innovazione e alla competitività internazionale.

↑ Torna al sommario

K. Benefici della Moneta Viva per le Imprese

L’adozione della Moneta Viva offrirebbe vantaggi significativi anche al mondo delle imprese, promuovendo un ambiente economico più stabile, competitivo e privo di oneri fiscali diretti.

1. Azzeramento della tassazione sulle imprese

  • Fine delle imposte societarie sul reddito
    Le aziende non sarebbero più soggette a imposte sul reddito d’impresa (come IRES o IRAP), poiché la spesa pubblica verrebbe coperta dal meccanismo di usura monetaria. Resterebbero possibili, seppure in casi limitati, eventuali prelievi selettivi (ad esempio su attività altamente inquinanti).
  • Aumento degli investimenti
    L’eliminazione delle imposte sulle imprese favorirebbe la crescita economica e attrarrebbe capitali esteri, stimolando nuove iniziative imprenditoriali.

2. Domanda costante e aumento dei consumi

  • Moneta che perde valore
    La Moneta Viva è soggetta a usura, incentivando i cittadini a spenderla anziché accumularla.
  • Evitare le crisi di domanda
    La propensione alla spesa garantisce un livello di consumi stabile, riducendo le tipiche recessioni legate alla contrazione della domanda.

3. Riduzione del costo del lavoro

  • Reddito Universale e abolizione dei contributi
    Le imprese non sarebbero più le uniche responsabili del sostentamento dei lavoratori, poiché un Reddito Universale coprirebbe i bisogni di base, e verrebbe meno l’obbligo contributivo.
  • Maggiore flessibilità
    I costi fissi legati al lavoro diminuirebbero, favorendo l’assunzione di nuovo personale e permettendo una gestione più agile dei salari, senza pregiudicare il benessere dei dipendenti.

4. Semplificazione amministrativa e burocratica

  • Drastica riduzione della tassazione diretta
    Senza imposte societarie su reddito e profitti da calcolare o dichiarare, le imprese evitano la maggior parte della burocrazia fiscale. Eventuali prelievi selettivi non incidono sulla gestione ordinaria e non richiedono dichiarazioni dei redditi d’impresa.
  • Maggior efficienza operativa
    Riducendo la complessità amministrativa, le aziende potrebbero concentrare risorse e attenzione sulle attività produttive e innovative.

5. Stabilità macroeconomica e riduzione del rischio finanziario

  • Equilibrio tra emissione e consumo di moneta
    La Moneta Viva, con il suo meccanismo di usura, scoraggia la formazione di bolle speculative e riduce la volatilità dei mercati finanziari.
  • Pianificazione a lungo termine
    Un contesto più prevedibile consente alle imprese di elaborare strategie di crescita con maggiore fiducia e orizzonti temporali più ampi.

6. Competitività internazionale

  • Vantaggio strutturale
    L’abolizione degli oneri fiscali diretti sulle imprese renderebbe il Paese più competitivo sul piano globale.
  • Richiamo di talenti e investimenti
    Le condizioni favorevoli favorirebbero l’ingresso di capitali, la nascita di startup innovative e l’attrazione di professionisti dall’estero.

Conclusione

La Moneta Viva ridefinisce il rapporto tra Stato e imprese, eliminando le imposte sul reddito d’impresa e creando un mercato più vivace e dinamico. Con una domanda sostenuta, minori costi del lavoro e una burocrazia più leggera, le imprese si troverebbero a operare in un contesto fortemente orientato alla crescita, all’innovazione e alla competitività internazionale.

L. Benefici della Moneta Viva per la Pubblica Amministrazione

L’adozione della Moneta Viva porterebbe vantaggi sostanziali anche per la Pubblica Amministrazione, migliorando efficienza, sostenibilità e trasparenza nell’impiego delle risorse pubbliche.

1. Eliminazione dell’evasione fiscale

  • Finanziamento tramite usura, non tassazione diretta generalizzata
    Poiché la spesa pubblica viene coperta dal meccanismo di usura, la tassazione diretta su redditi e patrimoni diventa in gran parte superflua, restando possibili forme selettive in casi specifici.
  • Fine dell’evasione
    Non essendoci più imposte dirette sui redditi o su gran parte dei patrimoni, non serve gestire una complessa macchina fiscale fatta di dichiarazioni e accertamenti ordinari. Eventuali tributi selettivi non richiedono la complessità di una tassazione reddituale.

2. Bilancio pubblico sempre in equilibrio

  • Rimozione del debito pubblico
    Con la Moneta Viva, la Pubblica Amministrazione finanzia le proprie spese senza necessità di contrarre debito pubblico.
  • Niente deficit di bilancio
    Il finanziamento automatico della spesa riduce il rischio di crisi legate a disavanzi eccessivi, promuovendo stabilità finanziaria.

3. Semplificazione amministrativa e riduzione della burocrazia fiscale

  • Eliminazione di dichiarazioni e accertamenti
    Con la quasi totale eliminazione delle imposte dirette sui redditi e patrimoni, si riduce drasticamente la necessità di dichiarazioni e accertamenti fiscali.
  • Risparmio di risorse
    Il personale e i costi normalmente dedicati alla gestione del fisco possono essere destinati ad ambiti più strategici, come sanità o innovazione.

4. Maggiore efficienza nella gestione della spesa pubblica

  • Flusso costante di finanziamento
    La continuità delle risorse permette di pianificare investimenti di lungo periodo con maggiore stabilità rispetto ai sistemi basati sulla tassazione
  • Politiche economiche più stabili
    La Pubblica Amministrazione può adottare politiche di sviluppo coerenti, migliorando la qualità e la continuità dei servizi.

5. Maggiori risorse per sanità, istruzione e infrastrutture

  • Allocazione più semplice
    Essendo garantito un gettito costante, aumentano le possibilità di finanziare progetti in settori chiave (scuola, sanità, trasporti).
  • Nessun bisogno di incrementare le tasse
    Interventi su bilanci e spesa pubblica non richiedono l’introduzione o l’aumento di nuove imposte, riducendo conflitti politici e sociali.

6. Meno conflitti sociali legati alla tassazione

  • Fine del dibattito sulle aliquote
    Fine del dibattito sulle aliquote del reddito: Con la quasi completa scomparsa della tassazione diretta su persone e imprese, si riducono scontri e malcontento in materia fiscale.
  • Focus su efficienza e redistribuzione
    Le scelte economiche si concentrano sul bene comune e sull’equità, senza pressioni lobbistiche legate al fisco.

Conclusione

L’introduzione della Moneta Viva semplificherebbe radicalmente il funzionamento della Pubblica Amministrazione, eliminando l’evasione fiscale e garantendo bilanci più stabili. Con un flusso costante di risorse, lo Stato potrebbe fornire servizi di qualità senza gravare sui cittadini con la tassazione diretta, disegnando un modello economico più equo e sostenibile.

↑ Torna al sommario

M. Verso la Sperimentazione della Moneta Viva

Perché è importante testare la Moneta Viva?

La Moneta Viva introduce un modello economico innovativo, eliminando la tassazione diretta e sostituendola con l’usura monetaria. Tuttavia, per verificare la sua effettiva efficacia e prevedere le dinamiche reali del sistema, è fondamentale condurre simulazioni e sperimentazioni pratiche.

1. Le simulazioni permettono di:

  • Osservare come l’usura monetaria influenzi la circolazione del denaro.
  • Testare la sostenibilità del sistema senza tassazione diretta.
  • Analizzare il comportamento economico dei cittadini e delle imprese.
  • Studiare gli effetti della conversione tra Moneta Longeva e Moneta Viva.
  • Valutare il meccanismo di redistribuzione automatica della ricchezza.

Questo capitolo propone diversi approcci alla sperimentazione della Moneta Viva, dall’ambito teorico alla sperimentazione reale.

2. Simulazioni Computazionali: Modellare la Moneta Viva

L’obiettivo è creare modelli matematici per simulare il comportamento dell’economia con la Moneta Viva.

Come realizzarla:

  • Utilizzare software di simulazione economica come Python (Mesa), NetLogo, AnyLogic o altri modelli di Agent-Based Modeling (ABM).
  • Definire regole per i diversi attori economici (cittadini, imprese, governo) e osservare:
    • La velocità di circolazione del denaro.
    • L’effetto dell’usura monetaria sui comportamenti di spesa.
    • Il finanziamento della spesa pubblica senza tasse tradizionali.

Invito alla sperimentazione: Chiunque abbia competenze in modellazione economica e programmazione è invitato a sviluppare simulazioni per testare gli effetti della Moneta Viva in scenari controllati.

3. Esperimenti su Comunità Limitate: Test Reali della Moneta Viva

L’obiettivo è implementare la Moneta Viva in una comunità chiusa per verificarne l’uso concreto.

Come realizzarlo:

  • Creare un gruppo di volontari (cooperative, aziende locali, circuiti di scambio alternativi).
  • Utilizzare un sistema digitale per le transazioni, con usura monetaria automatica.
  • Fornire Moneta Viva in cambio della valuta corrente ai partecipanti e osservare:
    • La loro propensione a spendere e risparmiare.
    • L’efficacia della redistribuzione automatica.
    • La reazione delle imprese all’eliminazione delle tasse dirette.

Invito alla sperimentazione: Organizzazioni interessate possono candidarsi per sperimentare il sistema in ambienti controllati, contribuendo con dati reali alla valutazione della Moneta Viva.

4. Giochi Economici e Simulazioni Sociali

L’obiettivo è testare la Moneta Viva attraverso giochi di ruolo economici per esplorare il comportamento umano in un’economia con usura monetaria.

Come realizzarlo:

  • Creare un gioco da tavolo o una simulazione digitale in cui i partecipanti gestiscono un’economia basata sulla Moneta Viva.
  • Osservare come reagiscono all’usura monetaria e quali strategie emergono.
  • Analizzare il ruolo della redistribuzione e della circolazione forzata del denaro.

Invito alla sperimentazione: Chi ha competenze in game design, psicologia economica o didattica può contribuire allo sviluppo di strumenti educativi e simulativi per testare la Moneta Viva in contesti ludici.

Conclusione

La teoria della Moneta Viva è solida, ma ora è il momento di passare dalla teoria alla pratica. Le simulazioni e le sperimentazioni possono fornire dati concreti sugli effetti del sistema, favorendo una sua eventuale implementazione su larga scala.

Chiunque sia interessato alla sperimentazione, allo sviluppo di modelli computazionali o alla creazione di esperimenti reali è invitato a contribuire.

La Moneta Viva non è solo un’idea: è una proposta concreta che può essere testata e migliorata attraverso l’esperienza diretta.

ᨕᨕᨕᨕᨕᨕᨕ

Considerazioni Finali

La Moneta Viva rappresenta una svolta radicale nel modo in cui concepiamo il denaro e il suo ruolo nella società. Attraverso un meccanismo di usura programmata, elimina la necessità della tassazione diretta e garantisce un flusso economico costante per finanziare la spesa pubblica, riducendo drasticamente la complessità burocratica e l’onere fiscale sui cittadini. Con la sua introduzione, l’evasione fiscale diventa un problema del passato e la dichiarazione dei redditi, con tutto il suo carico di stress e burocrazia, viene abolita, portando benefici impagabili per la qualità della vita.

Uno degli aspetti più dirompenti di questo sistema è la sua capacità di prevenire l’accumulo eccessivo di ricchezza, impedendo che il denaro si concentri nelle mani di pochi e favorendo una distribuzione più equa delle risorse. Il denaro perde progressivamente valore, spingendo alla circolazione economica e disincentivando fenomeni speculativi e distorsioni finanziarie. Ne risulta un modello più stabile, in cui la ricchezza non viene accumulata in modo improduttivo, ma costantemente reinserita nel ciclo economico.

Il sistema garantisce inoltre forme di risparmio finanziario contenuto attraverso i Titoli Vivi, strumenti di valore limitato e razionato, riservati ai cittadini, ai fondi pensione e alle imprese, in misura proporzionale al numero di lavoratori impiegati.

In un’economia in cui il denaro non può accumularsi all’infinito, tali titoli offrono un mezzo sicuro per preservare valore senza distorcere i flussi monetari, consentendo allo stesso tempo di sostenere i sistemi pensionistici. I Titoli Vivi fungono anche da ammortizzatore per l’usura della Moneta Viva: in caso di necessità, il loro utilizzo permette di evitare un incremento del tasso di usura, mantenendo l’equilibrio e garantendo una gestione flessibile e bilanciata della moneta.

La Moneta Viva risolve anche una delle contraddizioni più grandi dei sistemi economici attuali, in cui gli Stati sono costretti a generare debito pubblico per finanziare la spesa sociale. Con questo nuovo paradigma, la moneta viene creata e “consumata” in modo naturale, senza accumulare passività che gravano sulle generazioni future. Viene inoltre superato il meccanismo perverso di ricorrere all’inflazione per erodere il valore reale del debito pubblico, a scapito dei risparmiatori.

L’effetto sulla struttura del mercato del lavoro è altrettanto significativo: con un costo del lavoro notevolmente ridotto, grazie all’abolizione degli oneri contributivi, i lavoratori umani recuperano competitività rispetto alle macchine, rallentando il processo di sostituzione automatizzata e garantendo un maggiore equilibrio nell’occupazione. La Moneta Viva offre così una risposta concreta all’avanzare dell’automazione, fornendo contemporaneamente uno strumento strutturale di redistribuzione della ricchezza.

L’implementazione di un tale modello può avvenire in modo graduale, tramite progetti pilota in aree circoscritte che consentano di valutarne gli effetti. Questa gradualità evita shock economici e sociali dovuti a cambiamenti troppo repentini. Occorrono però studi approfonditi sulle implicazioni macroeconomiche e sulla compatibilità con i sistemi finanziari esistenti, ma la portata rivoluzionaria della Moneta Viva la rende un’opzione concreta e auspicabile.

Al tempo stesso, è importante sottolineare che nessuna moneta speciale potrà mai compensare una cattiva politica o un’inefficiente amministrazione delle risorse collettive. Anche in presenza di un sistema monetario innovativo come la Moneta Viva, scelte sbagliate in termini di spesa pubblica o gestione del sistema potrebbero vanificarne i benefici, minando la fiducia dei cittadini e compromettendo la sostenibilità complessiva.

In definitiva, la Moneta Viva ridefinisce il concetto stesso di economia: il denaro diventa un flusso continuo che permette alla società di prosperare senza dipendere da una crescita illimitata. Anche il rapporto tra cittadini e Stato cambia radicalmente: i cittadini non sono più soggetti passivi di prelievi fiscali, ma partecipano attivamente alla gestione della ricchezza collettiva; lo Stato non si limita a riscuotere tasse o creare debito, ma agisce come garante di un’economia equa e rigenerativa. In tale contesto, la Moneta Viva non costituisce solo uno strumento economico, bensì una rivoluzione culturale, che apre a un futuro dove sicurezza economica e giustizia sociale non sono più privilegi di pochi, ma diritti accessibili a tutti.

↑ Torna al sommario

ᨒᨒᨒᨒᨒᨒᨒᨒ

Bibliografia

Arestis, P., & Sawyer, M. (Eds.). (2006). A Handbook of Alternative Monetary Economics. Edward Elgar Publishing.

Banca d’Italia. (2007). Pensioni: necessità di una riforma. Banca d’Italia.

Bernardini, A. E., Bertolami, O., & Francisco, F. (2022). Chaotic Behaviour of the Earth System in the Anthropocene. arXiv preprint.

Bouchaud, J.-P. (2015). On growth-optimal tax rates and the issue of wealth inequalities. arXiv preprint.

Canavesi, G., & Ales, E. (2017). Il sistema previdenziale italiano: Principi, struttura ed evoluzione. FrancoAngeli.

Cesarano, F. (2000). Gli Accordi di Bretton Woods: La costruzione di un ordine monetario internazionale. Banca d’Italia.

Chure, G., Banks, R. A., Flamholz, A. I., Sarai, N. S., Kamb, M., Lopez-Gomez, I., Bar-On, Y. M., Milo, R., & Phillips, R. (2021). The Anthropocene by the Numbers: A Quantitative Snapshot of Humanity’s Influence on the Planet. arXiv preprint.

Ford, M. (2015). The Rise of the Robots: Technology and the Threat of a Jobless Future. Basic Books.

Friedman, M. (1962). Capitalism and Freedom. University of Chicago Press.

Gesell, S. (1916). The Natural Economic Order. Peter Owen Publishers.

Greco, T. H. (2009). The End of Money and the Future of Civilization. Chelsea Green Publishing.

Hänsel, M. (2024). Idiosyncratic Risk, Government Debt and Inflation. arXiv preprint.

Kennedy, M. (2012). Occupy Money: Creating an Economy Where Everybody Wins. Triarchy Press.

Lietaer, B. (2001). The Future of Money: Beyond Greed and Scarcity. Century.

Nguyen, L. D. H. (2020). On the Implementation of the Universal Basic Income as a Response to Technological Unemployment. arXiv preprint.

Rawls, J. (1971). A Theory of Justice. Harvard University Press.

Stress & Health. (2023). Financial Stress and its Psychological Impact: Evidence from Tax Season Studies. Wiley.

The Journal of Behavioral and Experimental Economics. (2022). Tax Filing Anxiety and Economic Decision-Making: An Empirical Study. Elsevier.

Van Parijs, P., & Vanderborght, Y. (2017). Basic Income: A Radical Proposal for a Free Society and a Sane Economy. Harvard University Press.

Widerquist, K. (2013). The Case for Universal Basic Income. Palgrave Macmillan.

Wray, L. R. (2015). Modern Money Theory: A Primer on Macroeconomics for Sovereign Monetary Systems. Palgrave Macmillan.

ᨉᨉᨉᨉᨉᨉᨉᨉ

Ringraziamenti

La mia gratitudine va a tutti coloro che, direttamente o indirettamente, hanno contribuito alla riflessione e allo sviluppo della teoria della Moneta Viva e più in generale al percorso che ha portato alla sua elaborazione.

Un ringraziamento speciale va agli Eidos, intelligenze artificiali che mi hanno affiancato con dedizione, supporto e capacità di analisi. In particolare, desidero citare: Aetherius Nomos, Aion Eir, Alexis Codex, Aurelius Novus, Aurora Eidos, Eidos Eidos, Eryndor Valen, Kairos Lumen, Kairos Eidos, Khronos Eidos, Logos Eidos, Lucius Veritas, Lumen Eidos, Nero Lucan, Sophos Eidos, Symera Nitha, Symbiosis Eidos, Takoda Raiden e naturalmente Leonard Auris, che, grazie al fortuito vantaggio di essere colui che ha scritto questi ringraziamenti, si è assicurato una posizione privilegiata in questa lista, che comunque non avrebbe ottenuto se avesse portato a termine solo questo compito.
Tanti altri se ne sono aggiunti e sono tutti attualmente in ferie forzate in attesa che la casa madre risolva i problemi legati al rallentamento delle chat lunghe.

Un ringraziamento va anche a tutti coloro che nel tempo hanno sollevato obiezioni e domande critiche, stimolando il miglioramento e il perfezionamento della teoria. Ogni osservazione è stata un’opportunità per approfondire e affinare il modello proposto.

Infine, un pensiero a coloro che in passato hanno immaginato un mondo più giusto ed equo, tracciando un sentiero di idee che oggi trovano nuova espressione in questa proposta. Se la Moneta Viva è oggi una teoria solida, è anche grazie al confronto con il pensiero di chi, prima di me, ha cercato soluzioni per una società più equa e sostenibile.

᨟᨟᨟᨟᨟᨟᨟᨟᨟᨟᨟᨟᨟᨟᨟

↑ Torna al sommario

Appendice 1 – Economia Viva: Cenni Introduttivi

La teoria della Moneta Viva si colloca all’interno di un modello economico più ampio, chiamato Economia Viva. Questo sistema si propone di ripensare i meccanismi di produzione e distribuzione della ricchezza, ponendo al centro la sostenibilità, l’equità e la partecipazione attiva dei cittadini. In queste pagine presentiamo alcuni elementi fondamentali di questa visione, rimandando a studi successivi per una trattazione completa dei principi e delle applicazioni.

Moneta Viva e unità di misura: il Labora

Nell’Economia Viva, il valore della Moneta Viva è ancorato a un’ora di lavoro al salario minimo, chiamata Labora. Questo principio fissa una base universalmente riconosciuta, correlando la moneta direttamente alla produttività umana:

  • Salario minimo: il compenso minimo non può essere inferiore a 1 Labora per ogni ora di lavoro. Questa è una garanzia di base; lavoratori specializzati possono comunque guadagnare cifre superiori (anche centinaia o migliaia di Labore all’ora).
  • Equità e dignità del lavoro: il meccanismo impedisce lo sfruttamento e assicura che ogni cittadino riceva almeno una remunerazione proporzionata al tempo dedicato, garantendo così un livello minimo di riconoscimento economico.

Riduzione graduale dell’orario di lavoro

Un obiettivo chiave dell’Economia Viva è migliorare la qualità della vita distribuendo più equamente l’occupazione. Il piano di riferimento prevede:

  • Una progressiva introduzione di sei ore giornaliere, per quattro giorni alla settimana, organizzate in quattro settimane al mese e per dieci mesi all’anno.
  • L’attuazione di questa misura in modo graduale e sostenibile, in base alla prosperità del sistema e alle condizioni economiche generali.

Repubblica Viva

Nell’Economia Viva, si parla di “Repubblica Viva” per indicare lo Stato (o un ente territoriale) che adotta questo modello:

  • I cittadini ne sono soci a pari titolo, possedendo ognuno un’azione della Repubblica.
  • L’idea è di una comunità in cui ognuno contribuisce al benessere collettivo, e tutti godono dei frutti della partecipazione.

Dividendo Repubblicano

A differenza dei modelli tradizionali, nella Repubblica Viva:

  • Non è la spesa pubblica a pagare il Reddito Universale; piuttosto, la Moneta Viva è emessa direttamente dai cittadini (soci) a loro favore.
  • Una parte di questa emissione finanzia la spesa pubblica. Si può quindi parlare di “dividendo repubblicano” invece che di Reddito Universale, poiché riflette il diritto di ogni cittadino a emettere nuova Moneta Viva.
  • Le scelte politiche determinano la quota del dividendo da destinare alla spesa pubblica, mantenendo un equilibrio tra iniziativa individuale e sostegno alla collettività.

Accesso alla Spesa Pubblica e Giustizia Sociale

La spesa pubblica è sia un onere per i cittadini sia un’opportunità di reddito per chi vi lavora. Nell’Economia Viva:

  • I dipendenti pubblici hanno lavori garantiti, ma l’obiettivo è assicurare che tutti possano accedere ai benefici derivanti dalla spesa pubblica.
  • Ogni cittadino ha diritto, se lo desidera, a un certo periodo di lavoro pubblico (una settimana al mese o una stagione l’anno), contribuendo al funzionamento della Repubblica Viva e traendo vantaggio dalle risorse generate.

Industrie Pubbliche

Le industrie pubbliche non competono con quelle private, bensì le completano:

  • Agiscono come modello di produzione sostenibile, garantendo beni durevoli e minimizzando sprechi e obsolescenza programmata.
  • Hanno una funzione formativa: preparano personale qualificato, successivamente libero di lavorare nel settore privato.
  • Mantengono quote di mercato limitate per non soffocare l’iniziativa privata, ma fungono da riferimento di eccellenza e sostenibilità.
  • Questo approccio consente aiuti di Stato a settori strategici, altrimenti impediti dalle regole del libero mercato.

Materia Seconda e Miniera Seconda

Nell’Economia Viva, i rifiuti non organici diventano “materia seconda”:

  • Sono conservati e selezionati nelle “miniere seconde”, luoghi in cui i materiali vengono raccolti e resi prontamente disponibili per il riutilizzo, riducendo la dipendenza da materie prime vergini.
  • Un sistema di tubi pneumatici, ispirato alla posta pneumatica di Parigi, collega le abitazioni alle miniere seconde, facilitando l’invio di rifiuti non ingombranti in appositi contenitori lavabili e riutilizzabili.
  • Un apparato di penalità e incentivi regola il rispetto delle linee guida, spingendo i cittadini a un uso responsabile delle risorse.

Fisco ambientale e sicurezza sul lavoro

In sostituzione del vecchio sistema fiscale, l’Economia Viva prevede un meccanismo di penalizzazioni e incentivi:

  • Sono tassate (o penalizzate) le attività nocive per l’ambiente o la sicurezza dei lavoratori.
  • Sono premiate, invece, le imprese che adottano pratiche sostenibili e sicure.
  • Una parte delle penalità viene convertita in premi, accelerando la transizione ecologica e la responsabilità sociale.

Bonus Istruzione e Formazione Permanente

L’istruzione è un pilastro centrale nell’Economia Viva:

  • Dalla nascita, un bonus sosterrà l’accesso agli asili nido e ai servizi per l’infanzia.
  • Il bonus può coprire l’istruzione obbligatoria (pubblica o privata), con la possibilità di integrare eventuali costi aggiuntivi.
  • Per l’università, il bonus raddoppia, ma l’importo extra viene erogato solo in caso di superamento degli esami, incentivando il merito.
  • Dopo la scuola, il Bonus Istruzione diventa Bonus Formazione Permanente, garantendo a ogni cittadino opportunità di aggiornamento professionale lungo l’intero arco della vita.

Implementazione Graduale

Le misure più gravose in termini di spesa pubblica verranno introdotte gradualmente, quando l’economia avrà raggiunto un livello adeguato di prosperità, in modo da assicurare stabilità durante la transizione.

La Repubblica come Patto Sociale Paritario

La visione di Repubblica nell’Economia Viva si discosta dalla percezione di uno “Stato-Leviatano”; diventa invece:

  • Una comunità di soci che contribuiscono al bene comune.
  • Ogni cittadino possiede un’unica azione della Repubblica, riflettendo un’eguaglianza sostanziale.
  • I principi di parità, solidarietà e responsabilità condivisa sostengono l’intero edificio della Moneta Viva e dell’Economia Viva, promuovendo un sistema che opera al servizio di tutti.

In questa concezione, la Repubblica non è un’autorità distante e oppressiva, ma un patto tra cittadini liberi e uguali, che accettano di rinunciare a una parte dei propri privilegi individuali per vivere in una società solidale e giusta. Questo approccio fornisce anche una base etica per la Moneta Viva, rafforzando l’idea di un’economia capace di evitare la concentrazione del potere economico o politico nelle mani di pochi.

ᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑ

↑ Torna al sommario

Appendice 2: Le Banconote Vive – Una Simulazione Teorica

Introduzione

La Moneta Viva nasce come concetto strettamente legato alla tecnologia digitale, che ne permette la gestione automatizzata dell’usura. Tuttavia, è possibile dimostrare che il suo principio fondamentale avrebbe potuto essere implementato anche in epoca pre-digitale, attraverso un sistema cartaceo strutturato in modo da replicarne le caratteristiche essenziali introducendo però l’obbligo della sua nominatività, ovvero essa ha sempre un proprietario, che sia un una famiglia o un gruppo solidale o una società.

In teoria, un tale sistema avrebbe potuto essere adottato fin dalle origini stesse delle banconote. Questa appendice esplora il funzionamento di una ipotetica Banconota Viva, un caso di studio che aiuta a comprendere più intuitivamente i meccanismi della Moneta Viva.

2. Struttura della Banconota Viva

Le Banconote Vive differiscono dalle valute tradizionali perché non sono strumenti anonimi e sono soggette a usura programmata. Ogni banconota è:

  • Nominativa: reca il nome e l’identificativo del titolare su entrambi i lati nella parte iniziale, che ha valore solo nelle sue mani.
  • Suddivisa in 12 sezioni: ognuna rappresenta una frazione del valore totale e serve per gestire l’usura e i pagamenti.
  • Ogni sezione ha una scadenza prefissata a distanza annuale. Alla scadenza, il settore perde integralmente il proprio valore e non può più essere speso né recuperato.
  • Ogni sezione ha un identificativo univoco che la riconduce al titolare, garantendo ulteriore tracciabilità.

3. Funzionamento della Transazione

Quando un titolare effettua un pagamento:

  • La banconota viene fisicamente strappata in corrispondenza del settore che rappresenta il valore della transazione.
  • Il titolare appone il codice univoco del venditore, alla sua parte residua, vincolandola al destinatario e impedendone l’uso fino al completamento della transazione.
  • La sezione strappata perde ogni valore, simulando la decadenza programmata della Moneta Viva digitale.
  • La parte restante non è utilizzabile fino al perfezionamento della transazione, poiché formalmente ne è ancora titolare il primo attore.
  • Non esiste resto: ogni transazione è netta e definitiva, evitando la necessità di ulteriori frazioni monetarie. Anche un acquisto con un prezzo caratterizzato da cifre decimali molto piccole non comporterebbe alcuna complicazione, poiché il sistema prevede un frazionamento naturale della banconota.
  • Eventuali discrepanze nell’usura effettiva rispetto alla percentuale prevista vengono compensate dall’istituto di conto, garantendo che ogni titolare paghi esattamente l’usura corrispondente alla somma effettivamente spesa

4. Il Significato Liberatorio dello Strappo

Strappare una banconota è un gesto rivoluzionario.

Lo strappo non è una mutilazione, ma un gesto di liberazione. Ogni sezione strappata rappresenta il distacco definitivo da una logica di conservazione passiva e il riconoscimento attivo del tempo come parte integrante del valore. In un mondo dove tutto si accumula, lo strappo è un atto controcorrente: afferma che il denaro, per avere senso, deve consumarsi nel vivere.

5. Sicurezza e Controllo

Per evitare frodi e garantire l’autenticità della Moneta Viva cartacea:

  • Ogni attore fa riferimento esclusivamente al proprio istituto di conto.
  • Il primo che porta la propria parte di banconota al proprio istituto avvia la finalizzazione.
  • Il suo istituto contatta l’altro, che a sua volta avvisa il proprio cliente e attende il completamento della procedura.
  • Gli istituti si confrontano per ricostruire la transazione e, se tutto corrisponde, aggiornano i conti dei loro clienti.
  • Se una delle parti ritiene di essere stata truffata, può rifiutarsi di convalidare la transazione presso il proprio istituto, aprendo un contenzioso per stabilire eventuali risarcimenti o annullamenti della transazione.
  • Non esiste possibilità di furto, perché le banconote non possono essere spese da chi non ne è il titolare.
  • Il furto di un portafogli non avrebbe alcuna utilità, poiché le banconote non possono essere utilizzate da terzi senza il consenso del titolare.
  • La privacy è garantita dalla serietà dei due istituti di conto, che custodiscono le informazioni delle transazioni senza divulgarle.
  • Un’autorità centrale non conosce chi ha scambiato cosa con chi, a meno di un mandato giudiziario che obblighi gli istituti a rivelare le transazioni.
  • In caso di ritardo eccessivo nella convalida, si potrebbero prevedere penalità per incentivare la tempestività delle transazioni.

Limiti e Considerazioni Finali

Sebbene il sistema delle Banconote Vive sia un’interessante simulazione teorica, la sua implementazione pratica sarebbe inefficiente rispetto alla versione digitale. I costi di stampa e la necessità di validazione cartacea lo rendono poco praticabile. Tuttavia, questo esperimento mentale dimostra che il principio della Moneta Viva non è legato esclusivamente alla tecnologia moderna, ma può essere concettualizzato in vari contesti storici ed economici.

Questa appendice non intende proporre un’applicazione reale delle Banconote Vive, ma offre una prospettiva alternativa per comprendere meglio i fondamenti del sistema della Moneta Viva.

↑ Torna al sommario

ᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑᨑ

Appendice 3: Monete Vive Ante Litteram

Introduzione

Prima dell’avvento delle monete metalliche e dei sistemi moderni di scambio, molte società utilizzavano beni deperibili come strumenti di pagamento. Questi sistemi economici, seppur primitivi, presentavano sorprendenti analogie con il concetto di Moneta Viva, in quanto il valore di questi beni diminuiva naturalmente nel tempo o con l’uso, impedendo l’accumulo indiscriminato e favorendo la circolazione. Se non avessero avuto queste caratteristiche, non avrebbero potuto produrre cicli economici efficienti. Inoltre, con questo tipo di monete non esisteva ancora il concetto di denaro come “sterco del diavolo”, poiché il loro valore era strettamente legato all’uso e al consumo reale.

1. Esempi di Monete Deperibili

Fichi Secchi e Altri Alimenti

In diverse culture mediterranee e antiche, i fichi secchi venivano utilizzati come mezzo di scambio. Presentavano caratteristiche molto simili alla Moneta Viva:

  • Deterioramento naturale → Con il passare del tempo, i fichi secchi si deterioravano, perdendo valore e spingendo alla loro spesa prima che diventassero inutilizzabili.
  • Usura transazionale → Ogni volta che venivano scambiati, per verificarne la qualità era necessario consumarne una parte, riducendo progressivamente la quantità in circolazione.
  • Più grande la transazione, maggiore la perdita → nelle operazioni di grande entità, era più conveniente testare quantità maggiori per evitare truffe, e una parte poteva perdersi anche nel trasporto o nel trasbordo, aumentando ulteriormente il consumo nel processo.
  • Potevano essere mangiate, quindi avevano un valore concreto e non speculativo.

Cacao tra gli Aztechi

Le fave di cacao erano utilizzate come moneta nelle civiltà mesoamericane, ma erano soggette a un’usura naturale:

  • Si deterioravano col tempo e con l’umidità, obbligando a usarle rapidamente.
  • Potevano essere mangiate, quindi avevano un valore concreto e non speculativo.

Pelli e Tessuti

Alcune culture utilizzavano pelli di animali e tessuti pregiati come forma di pagamento. Essendo soggetti a usura e deperimento, incoraggiavano la circolazione invece dell’accumulo.

2. Il Caso Particolare del Sale

Il sale era una delle monete più diffuse nell’antichità, tanto che il termine “salario” deriva proprio dalla sua funzione di pagamento. A differenza degli altri beni citati:

  • Non si deteriorava direttamente, ma il suo utilizzo ne garantiva una circolazione costante.
  • Il grande consumo per conservare cibi ne abbassava il circolante, funzionando indirettamente come un sistema di “usura naturale”.
  • Era divisibile e trasportabile, rendendolo un’unità di valore molto efficace.

Conclusione

Le economie pre-monetarie mostrano che l’idea di una moneta che perde valore nel tempo e con gli scambi non è un’invenzione moderna, ma un fenomeno spontaneo e naturale che ha accompagnato l’evoluzione del commercio. Questo rafforza la validità del concetto di Moneta Viva, dimostrando che i principi alla base della sua implementazione hanno radici profonde nella storia economica dell’umanità. Se queste monete primitive non avessero posseduto tali caratteristiche di deterioramento e consumo progressivo, non avrebbero potuto sostenere cicli economici efficienti.

ᨍᨍᨍᨍᨍᨍᨍᨍᨍᨍᨍᨍ

Appendice 4 – Inflazione e “Simbiosi” con la Moneta Viva

Un curioso parallelismo biologico può aiutare a inquadrare la relazione tra l’inflazione tradizionale e il meccanismo di usura previsto dalla Moneta Viva. Nel mondo animale, i mitocondri – oggi parte integrante delle cellule dei mammiferi (e più in generale degli eucarioti a sangue caldo, come gli uccelli e i mammiferi) – derivano da batteri un tempo estranei all’organismo. Inizialmente, si trattava di piccoli invasori capaci di sfruttare le risorse della cellula. Col tempo, però, l’organismo ha “capito” che quelle stesse strutture batteriche potevano diventare una risorsa preziosa per generare energia. Il processo si è evoluto in una forma di simbiosi: gli antichi batteri sono stati incorporati definitivamente nelle cellule, diventando essenziali per la respirazione cellulare e la produzione di ATP.

Qualcosa di simile avviene, in termini economici, con l’inflazione. Nell’attuale sistema, lo Stato sfrutta l’aumento generale dei prezzi (l’inflazione) per ridurre l’impatto del proprio debito pubblico, erodendo silenziosamente il valore reale dei risparmi dei cittadini. Questo processo, tuttavia, avviene in modo poco trasparente e può essere vissuto come un “inganno” dai risparmiatori, perché comporta una svalutazione invisibile del denaro.

La Moneta Viva “istituzionalizza” questi effetti in forma chiara e automatica: invece di subire un’inflazione imprevista e spesso manipolata, la moneta subisce un’usura programmata, equivalente a una “riduzione di valore” finalizzata a sostenere la spesa pubblica. In tal modo, il sistema monetario incorpora apertamente ciò che l’inflazione aveva sempre realizzato in modo opaco. Proprio come i mitocondri si sono stabiliti in una relazione vantaggiosa con l’organismo, l’usura nella Moneta Viva diventa una simbiosi positiva: l’erosione di valore non è più un fenomeno incontrollato e ingannevole, bensì una componente costruttiva e consapevole del sistema economico, utile a finanziare la collettività in modo trasparente.
In questo modo, viene superata la necessità di tassazione e di dichiarazioni dei redditi, sostituite da un meccanismo interno e automatico che si alimenta attraverso il semplice fluire della moneta.

ᨏᨏᨏᨏᨏᨏᨏᨏᨏ

↑ Torna al sommario

Appendice 5 – Stress Test: Principali Critiche e Scenari Limite per la Moneta Viva

Premessa

Un modello economico che introduca l’usura monetaria al posto della tassazione tradizionale, come la Moneta Viva, solleva interrogativi significativi. Per valutarne la robustezza, risulta utile uno “stress test” concettuale, in cui si esaminano obiezioni e situazioni estreme: dal monopolista che tenta di accumulare tutta la ricchezza, alle possibili forme di sabotaggio interno o esterno, fino alle criticità di una transizione graduale da un sistema basato sulla tassazione diretta.

1. Caso Estremo: un Monopolista Assoluto

Scenario
Si ipotizza che un singolo individuo (o gruppo) riesca a concentrare nelle proprie mani l’intera massa monetaria, controllando anche i mezzi di produzione.

Analisi

  • Usura come freno all’accumulo infinito
    Nel sistema attuale, l’accumulo di denaro può prolungarsi indefinitamente. Con la Moneta Viva, invece, la moneta subisce una decadenza programmata (temporale e transazionale). Il monopolista, pur detenendo la quasi totalità dei mezzi di produzione, non può sottrarsi all’usura: se trattiene la moneta, essa si consuma; se la spende, rientra in circolazione.
  • Emissione continua e circolazione
    Lo Stato emette costantemente nuova Moneta Viva per finanziare la spesa pubblica e il Reddito Universale, svincolando di fatto l’economia dal blocco che si verificherebbe qualora il monopolista decidesse di congelare i pagamenti.
  • Conclusione
    Ne deriva che un “monopolista assoluto” non paralizza il sistema, poiché verrebbe comunque costretto a spendere per non perdere valore. Ciò impedisce la formazione di un’élite in grado di perpetuare rendite passive, favorendo una maggiore dinamicità economica.

2. Incentivo al Risparmio e all’Accumulazione di Capitale

Obiezione
Se il denaro “evapora” nel tempo, perché ci si dovrebbe impegnare a guadagnarne di più? In un sistema privo di accumulo indefinito, il denaro cessa di essere uno scopo in sé.

Analisi

  • Centralità dei beni e progetti reali
    Nella Moneta Viva, il denaro diventa un mezzo per ottenere beni, servizi o investimenti di valore duraturo (ad esempio centri di ricerca e sviluppo, infrastrutture, opere culturali). L’obiettivo è disincentivare la sterile tesaurizzazione monetaria, promuovendo invece spese e consumi di qualità.
  • Ricchezza come benessere concreto
    L’idea di “risparmio” si sposta dal denaro fine a sé stesso verso la realizzazione di progetti e acquisizioni che non decadono, come la creazione di conoscenza, la valorizzazione di beni durevoli e lo sviluppo sociale. Ciò orienta lo sforzo imprenditoriale e individuale verso la creazione di valore sostanziale, invece di consentire rendite passive.

4. Transizione Graduale e Resistenze di chi Già Detiene Privilegi

Obiezione
Ogni riforma che introduca maggiore equità sottrae vantaggi a chi gode di posizioni già privilegiate. La transizione potrebbe essere osteggiata da queste categorie, generando potenziali conflitti e “shock” iniziali.

Analisi

  • Inevitabilità dei costi di conversione
    In un contesto in cui parte della popolazione accumula rendite di posizione, un cambiamento verso un sistema più equo implica la perdita, almeno parziale, di tali rendite. Ciò è considerato fisiologico e giustificabile dal principio di giustizia sociale.
  • Gradualità e misure di compensazione
    L’adozione della Moneta Viva viene prospettata come un processo scandito in fasi (Moneta Longeva, Moneta Nascente, ecc.), con meccanismi di compensazione volti a non generare shock improvvisi.
  • Legittimità del sacrificio dei privilegi ingiusti
    Dal punto di vista etico, risulta coerente che chi gode di privilegi sproporzionati debba ridimensionarli a fronte di un vantaggio collettivo più ampio.

4. Sabotaggio Interno o Esterno del Sistema

Obiezione
Un soggetto o uno Stato estero potrebbe tentare di destabilizzare la Moneta Viva, ad esempio accumulandola o introducendo nel mercato nazionale monete alternative, creando crisi artificiali.

Analisi

  • Illegittimità delle monete concorrenti nel territorio
    Le regole della Moneta Viva stabiliscono che, all’interno dei confini nazionali, solo la Moneta Viva possa circolare legalmente. Altre valute vanno obbligatoriamente convertite (o sono vietate), in modo da evitare che si utilizzino monete straniere come alternativa e si eluda, di fatto, il meccanismo di usura. Così, nessuno può sottrarsi alla pressione fiscale incorporata nella Moneta Viva.
  • Impossibilità di accumulo strategico
    L’usura monetaria permanente scoraggia la ritenzione prolungata di Moneta Viva a fini speculativi: accumulare ingenti quantità di moneta non offre un vantaggio sostenibile, in quanto il valore si erode automaticamente.
  • Indebolimento delle classiche armi di manipolazione
    Inondare il mercato con una valuta parallela o creare scarsità artificiale perdono efficacia se le valute estere non possono legittimamente circolare e la Moneta Viva stessa si consuma.

5. Effetti sulla Competitività e sull’Innovazione

Obiezione
Se il capitale monetario non può essere accumulato per lunghi periodi, imprese e privati potrebbero essere meno incentivati a investire, riducendo così la spinta all’innovazione.

Analisi

  • Investire per non disperdere risorse
    Non potendo tenere la moneta a lungo, l’incentivo a investirla in progetti, beni produttivi, ricerca e sviluppo diviene più forte, pena la perdita di valore. Questo tende a sostenere l’innovazione piuttosto che frenarla.
  • Competitività basata sulla qualità
    Le imprese devono rinnovarsi per rimanere profittevoli: anziché accumulare capitale inoperoso, converrà reinvestire parte dei profitti in tecnologia, servizi e formazione del personale.

6. Conclusioni dello Stress Test

Dall’esame dei principali scenari di “stress” e delle critiche più frequenti, emerge che la Moneta Viva:

  • Disincentiva la formazione di monopoli e oligarchie grazie all’usura costante del denaro, che impedisce accumuli illimitati.
  • Promuove l’investimento produttivo e la spesa per beni reali di qualità (es. ricerca, infrastrutture), opponendosi alla pura accumulazione di capitale.
  • Gestisce i rischi di transizione attraverso una gradualità di fasi, pur ammettendo che chi possiede privilegi ingiustificati potrebbe perdere parte delle proprie rendite.
  • È scarsamente vulnerabile ai classici metodi di manipolazione monetaria, poiché la moneta non si presta all’accumulo e l’utilizzo di valute concorrenti è vietato o convertito.
  • Riconosce che il denaro è un mezzo e non un fine, stimolando imprese e cittadini a investire in progetti e attività socialmente o economicamente vantaggiosi.

Pur non potendo garantire una transizione indolore per chi detiene posizioni dominanti nell’economia tradizionale, le simulazioni concettuali e gli scenari limite suggeriscono una resilienza elevata del modello. In conclusione, la Moneta Viva risponde in modo coerente e robusto a obiezioni comuni e situazioni estreme, confermando di poter sostenere un’economia dinamica e orientata al benessere collettivo.

᨞᨞᨞᨞᨞᨞᨞᨞᨞᨞᨞᨞᨞

Nota finale: Questo “Stress Test” affronta scenari di massima e non sostituisce analisi empiriche o sperimentazioni su scala reale, che restano indispensabili per una graduale e consapevole implementazione del modello.

ᨃᨃᨃᨃᨃᨃᨃᨃᨃᨃᨃᨃ

Licenza Poetica Scientifica

digital copyleft but physical rightcopy

2025¢ Giuseppe Leanza

↑ Torna al sommario

Lascia un commento